Era un caldo Giovedì di fine Agosto, ed io mi ero presa due giorni di ferie perché avevo proprio voglia di andarmene al mare, quattro giorni a disposizione, e molta voglia di girare, esplorare, conoscere, rilassarmi. Tempo fa, durante un mio viaggio in Norvegia, conobbi una coppia di ragazzi pugliesi sulla quarantina più o meno, e durante alcuni spostamenti in nave tra i ghiacci del Nord chiacchierammo un po’, ma a dire il vero non approfondimmo la conoscenza più di tanto; ci scambiammo i numeri di telefono e loro mi invitarono ad andarli a trovare quando volevo a Lecce.
Pino e Mariella, lui 42 anni e lei 39, proprio una bella coppietta di ragazzi di buona famiglia, ognuno col suo lavoro e la sua routine, progetti di matrimonio e figli, davvero due bravi ragazzi; beh, alla fine accettai l’invito, li chiamai per avvertirli del mio arrivo, e mi misi in treno con il mio zaino e molta voglia di partire. Vennero a prendermi alla stazione, ed era quasi ora di pranzo; in quel momento iniziò a tutti gli effetti la mia full immersion nell’aria e nella terra, negli odori e nei sapori della Puglia, tra la gente del posto e le sue abitudini.
Gente di cuore molto ospitale
Che nei paesi del Sud Italia le persone siano un tantino più calde, accoglienti, ospitali, o addirittura ‘carnali’, come si usa dire da queste parti, questo per certi versi lo sapevo già, io poi sono una ragazza molto aperta e socievole, ed è difficile che risulti antipatica a qualcuno; qui se sei una persona per bene e vieni per stare in pace ed armonia con la gente del posto ti trattano come una di famiglia, ti aprono la porta di casa, ti invitano a mangiare, a condividere, a passarla bene. Iniziammo con un aperitivo durante il tragitto verso casa loro, e sia Pino che Mariella tenevano molto a questa loro abitudine; ci fermammo ad una specie di chioschetto senza nome dal quale fuoriusciva un incredibile odore di frittura di pesce che non dimenticherò mai più, anzi, ogni volta che mi torna in mente mi viene la bava alla bocca!
Neppure il tempo di sederci che il ‘tipo’ viene ad accoglierci con un gran bel sorriso e due baffi enormi; dedussi che Pino e Mariella già lo conoscevano, ed anche molto bene. Si avvicinò al tavolo e, senza che nessuno di noi avesse detto mezza parola, lo apparecchiò con 4 bicchieri di quelli medio bassi da battaglia, 4 fogli di carta di giornale, ed una caraffa da litro di vino rosso ghiacciato con dentro delle percoche. Chi non lo ha mai assaggiato non potrà mai capire quanto è buono il vino con le percoche! A prescindere da ciò, io non avevo ancora capito chi fosse il quarto commensale al tavolo, visto che era apparecchiato per 4; ma all’improvviso esce il simpatico uomo baffuto con sei piattini di quelli da antipasto in bilico sulle sue braccia, li dispone in ogni angolo del tavolo, mi stringe la mano sorridendomi, e mi dice ‘Piacere signurì, io so Nicola ‘o sganga’ (Nicola lo sgangherato).
Cosa si mangia in Puglia
Il baffuto e simpaticissimo Nicola in quei piattini ci aveva messo praticamente le essenze della Puglia; c’erano innanzitutto delle bellissime bruschette, rigorosamente grattate con aglio e farcite con pomodorini, spicchi di cipolla rossa, qualche fogliolina di basilico, ed un filo d’olio di quello casareccio che si potrebbe anche bere a crudo, così com’è. Buonissime, semplici e genuine. Poi passammo alle cozze gratinate, altra leccornìa imperdibile, e subito dopo attaccammo decisamente il piattino con la frittura mista di gamberetti e calamari; nel frattempo Nicola, che ormai ci aveva raccontato quasi tutta la sua vita, riempie la seconda caraffa di vino rosso ghiacciato con le percoche, toglie i piattini vuoti, e ci porge alcune lumache al pomodoro delle quali va molto fiero perché le alleva lui nella sua terra.
Altro trionfo di sapori e odori. La buona compagnìa c’era, il buon vino pure, e gli stuzzichini che Nicola continuava a portarci sembravano non finire mai; ci fece assaggiare melenzane grigliate, fave fritte, capocollo pugliese con fichi e, senza avere neppure una pallida idea di che ora fosse, ci rendemmo conto che quello che sembrava un leggero aperitivo pre-pranzo, era ormai diventato anche la nostra cena, ma è bello così, e rifarei tutto daccapo dalla A alla Z.
Una grigliata sulla spiaggia durata 6 ore
Devo dire che, con queste premesse, il mio ‘long weekend’ in Puglia era cominciato proprio nel migliore dei modi, e dopo un bellissimo pomeriggio trascorso mangiando e bevendo in ottima compagnia decidemmo di andarcene a letto felici e conservare qualche energia per i giorni successivi. Il Venerdì ed il Sabato li passammo in totale relax tra le incantevoli spiagge di Porto Cesareo, Gallipoli, e Santa Maria di Leuca, tutti piccoli angoli di paradiso con sabbia bianca e acqua cristallina; avevo ricaricato completamente le batterie.
Domenica la famiglia di Mariella organizzò una grigliata su un piccolo lembo di spiaggia antistante la loro modesta ma accoglientissima casa, ed improvvisamente si formò una combriccola di circa 15 persone, ognuno portava con se una borsa con qualcosa di buono dentro; la cosa si annunciava super promettente, e tutti mi trattavano come una di famiglia. Mi emozionai. Su quei due barbecue già accesi da mezzogiorno c’era di tutto: polipetti, gamberoni, scampi, melenzane, zucchini, tranci di pesce spada, cozze, peperoni, e le caraffe di vino rosso ghiacciato (poi mi dissero che era il famoso ‘Negramaro del Salento’) sulla lunga tavola non si contavano. Più che un pranzo fu una grande abbuffata durata circa 6 ore, forse le più felici di tutta la mia vita.